Principi dell’Estetica Giapponese: Wabi Sabi
Wabi Sabi – Imperfezione e incompletezza nella natura e nella nostra vita
Il significato attuale di Sabi può derivare dai termini:
sabu, rallentare, scomparire
susabi, desolazione
sabiteru, arrugginire, invecchiare
sabishi, solitario.
Il termine Wabi deriva da vago o perduto. Viene anche indicato come l’estetica della povertà, riferendosi all’idea buddhista della soddisfazione per il poco e della rinuncia al materialismo e al consumo, questa idea ha un significato positivo. Inoltre, wabi contiene la sillaba wa, significa armonia, calma e pace.
Wabi si occupa di semplicità e autenticità.
Wabi sabi riunisce la semplicità, l’umiltà e l’imperfezione come componenti fondamentali della bellezza.
La perfezione è un concetto astratto.
In natura regna l’imperfetto, l’incompleto, l’asimmetrico.
Questo principio è rappresentato nell’estetica giapponese dai vasi di ceramica rotti ed aggiustati con l’oro; essi stanno a dimostrare che un oggetto rotto ed aggiustato è più bello di uno nuovo.
Un’altra immagine è quella di un albero contorto e nodoso, o ricurvo, o dalla corteccia spelacchiata che rappresenta l’ideale wabi sabi.
Osservando l’albero si entra in sintonia con la fragilità, l’incompiutezza delle forme, la semplicità e l’umiltà della natura godendo della bellezza di ciò che è meno appariscente.
Wabi sabi permette di essere protetti dalla tristezza che ci attanaglia quando ricerchiamo una perfezione che non esiste in natura e di essere in grado di sviluppare la capacità di trarre piacere dalle piccole cose.