Ci sono al mondo le cosiddette zone blu caratterizzate dal fatto che lì vivono gli ultracentenari e quindi gli scienziati si sono interessati a queste popolazioni per cercare di estrapolarne la formula di longevità.
Ormai sappiamo dall’epigenetica che non si tratta solo di DNA ma anche di ambiente, stile di vita, alimentazione ecc… Tutto ciò quindi che circola attorno alla genetica permette a certe “prediposizioni” di manifestarsi o meno.
Dall’indagine svolta sono emersi 9 fattori determinanti riconducibili a 4 aree (come ha illustrato il dott. Ongaro):
1) movimento:
- movimento nelle vita quotidiana;
2) giusta prospetiva:
- propositi e
- lavora meno;
3) mangiare saggiamente:
- regola dell’80%,
- dieta ricca di alimenti vegetali e
- moderato consumo di vino;
4) connessioni:
- appartenenza,
- prima gli affetti e
- giusta comunità.
Ho già ampiamente parlato dell’Ikigai, che è stato nominato molto dalla popolazione giapponese dell’isola di Okinawa quando è stata coinvolta nelle ricerche, come il motivo per cui vale la pena vivere e oggi mi vorrei soffermare su altre considerazioni.
Le aree sopra illustrate riguardano proprio quel terreno differenziale su cui possiamo far fiorire la nostra genetica, se non abbiamo parenti ultracentenari comunque possiamo aiutare a far emergere la parte migliore di noi cercando di arrivare all’anzianità nelle migliori condizioni di salute. È nel presente che costruiamo il nostro futuro.
Un altro degli elementi che gran parte di queste zone hanno in comune è che si tratta di isole, essere isolati permette anche di non essere contaminati da altre credenze e/o abitudini.
La medicina ormai ci permette di vivere a lungo ma la qualità della vita dipenderà dalle nostre abitudini attuali. In effetti dai dati (vedi immagine) risulta che solo il 10% della nostra salute dipende dall’accesso alle cure.
Le ricerche sugli astronauti sono particolarmente importanti per la longevità perché in assenza di gravità e nelle condizioni di lavoro a cui sono sottoposti si verificano processi di invecchiamento precoci come:
– modificazione dell’espressione genica,
– perdita della massa muscolare,
– perdita di tessuto osseo,
– sviluppo di insulino resistenza,
– riduzione delle capacità cardiocircolatorie,
– aumento dello stress e alterazioni psicologiche.
Ma soprattutto in sintesi dalle ricerche svolte sugli astronauti si è appreso che invecchiamo perché perdiamo muscolo e non il contrario come si pensa comunemente.
L’attività motoria permette di contrastare tutti gli altri aspetti di decadimento aiutando anche nei casi di alterazioni psicologiche.
Nel mio ruolo professionale quindi considero essenziale aiutare il benessere e la salute del singolo trasformando gli ostacoli in opportunità, esplorando le risorse di ognuno per cercare di instaurare nuove virtuose abitudini.
Iniziare un nuovo stile di vita non è necessario che avvenga come una rivoluzione ma può essere fatto a piccoli passi incentivanti e differenti per ognuno di noi.
Pensare di sviluppare le 4 aree di cui abbiamo parlato all’inizio può sembrare difficile, in realtà è solo complesso, una volta instaurato un nuovo stile di vita difficilmente si torna indietro perché il benessere che ne deriva è il fattore motivante per proseguire.