Principi dell’Estetica Giapponese: Iki
Iki: eccellenza, bellezza che non si può vedere o toccare
Etimologicamente, l’Iki ha una radice che significa puro e non edulcorato.
L’Iki può esprimere un tratto personale o un fenomeno artificiale che presenta la volontà o la consapevolezza umana. Non è utilizzato per descrivere fenomeni naturali ma può essere espresso nell’apprezzamento umano della bellezza naturale o nella natura degli esseri umani. L’espressione è utilizzata generalmente nella cultura giapponese per descrivere qualità che sono esteticamente attraenti e quando è applicata a una persona, a quello che fa o ha, costituisce un grosso complimento.
L’Iki è un termine ampio che abbraccia varie caratteristiche relative alla raffinatezza con gusto. Le manifestazioni di gusto della sensualità possono essere Iki. Comunica anche una connotazione di un appetito nei confronti della vita.
Chi sa fare questo è più sottile e sensuale, per questo l’emblema di Iki è la donna molto magra ed eroticamente attraente.
Nel mondo giapponese le geishe sono Iki. Sono belle, sofisticate ma non hanno intenzione di distinguersi. L’architettura giapponese, le case con tatami, mangiare sushi, i romanzi di Haruki Murakami sono Iki. Se ci mettiamo in contatto con una di queste cose arriveremo in uno stato mentale simile.
L’immagine e’ quella di un tramonto, qualcosa di bellissimo che però non si può toccare.
Per sviluppare questa componente, quando cammini nei boschi osserva la bellezza che non puoi toccare. Contemplane l’incanto sentendo dentro di te che il non poter toccare ciò che ti attrae aumenta il tuo godimento della bellezza.
Se ti alleni ad assaporare la bellezza che non puoi toccare, ti ritroverai meno vorace, compulsivo e ansioso.
Iki, da un punto di vista psicologico, rimanda al superamento dell’ansia. Infatti fa riferimento alla capacità di godere dei piaceri della corpo con distacco ed eleganza.